Per il quarto anno consecutivo la città di Verona, grazie all’Associazione Conoscere Eurasia è stata sede del cineforum russo: un ciclo di film dedicati all’incontro e alla conoscenza di due culture, geograficamente lontane, ma vicine per tradizione: quella russa e quella italiana. Verona, già da qualche anno, è il baricentro non solo economico tra questi due grandi Paesi. Infatti per conoscere un popolo occorre conoscere la sua storia che passa inesorabilmente dall’arte e dalle sue produzioni e contaminazioni culturali. Lo sanno bene i veronesi che vedono milioni di turisti invadere le loro piazze e le loro strade. E anche la preziosa chiesa di Santa Maria in Chiavica, sede del CTG, è stata letteralmente invasa da spettatori di tutte le età desiderose di incontrare il cinema russo e di approfondire, attraverso le immagini e le storie narrate, il legame che tra queste “nostre due” culture.
Per dieci serate, tutti di lunedì, dalla fine di gennaio alla fine di marzo, centinaia di veronesi ma anche di spettatori giunti appositamente da Vicenza, Padova, Piacenza e, addirittura da Roma, hanno assistito al calendario dell’Associazione Conoscere Eurasia. E’ stato un programma intenso tra storia e novità, senza mai perdere il senso dell’attualità, che solo la grande arte sa avere. Basti pensare a due film, come il capolavoro del cinema sovietico “Novyj Bavilon” (Nuova Babilonia, 1928) di Grigorij Kozintsev, Leonid Trauberg con le musiche di Dmitrij Šostakovič, risuonate per la prima volta a Verona; un film che, parlando della Comune di Parigi, ricorda il dolore dei nostri giovani senza speranza e dei disoccupati, e “Scˇast’e” (Felicità, 1934) di Aleksandr Medvedkin, sublime comica chapliniana che ribalta i canoni della commedia in nome ella sconfitta dell’individualismo di fronte alla collettività. Emozione ha suscitato il rivedere l’ineguagliabile Galina Ulanova guidata da Lev Anstram e Leonid Lavrovskij in una fantastica e sontuosa rilettura del balletto “Romeo e Giulietta” di Prokof’iev. Il pubblico ha apprezzato anche i film d’autore come “12” di Nikita Mikhalkov e “Mongol” del geniale Sergej Bodrov e ha potuto commuoversi con il ritrovato “I girasoli” di Vittorio De Sica con Sofia Loren e l’indimenticabile Marcello Mastroianni, film scelto perché ricorda una pagina dolorosa del rapporto tra Italia e Russia. Un rapporto che oggi vede al centro anche il tema delle adozioni, trattato con giusta veemenza nell’intenso “Ital’janets ” (L’ialiano) di Andrej Kravčuk, presentato per la prima volta nel Veneto, un film che ha mostrato la qualità del pubblico veronese: non esistendo versioni in italiano o con sottotitoli italiani, si è vista, come sempre, la versione originale russa, con sottotitoli in inglese. Ben preparato il pubblico ha seguito con emozione, lo stesso è successo con “Šaljapin, The Enchanter” documentario di Elisabeth Kapnist su Fjodor Šaljapin, altra prima visione regionale, anche se qui molto ha aiutato la splendida voce di un mito senza tempo. Al periodo classico del cinema sovietico sono stati dedicati “Sneguročka” (La fancilla di neve) di Pavel Kadochnikov, una bella favola con le immortali musiche di Čajkovskij, e “Beloe Solntse Pustyni” (Il sole bianco del deserto) di Vladimir Motyl’, un film d’azione che ha letteralmente entusiasmato il pubblico. Chiudendo la rassegna con il capolavoro “Andrej Rubljov” di Andrej Tarkovskij, segnato da una grandiosa presenza di pubblico, nonostante le oltre tre ore di proiezione, si è dato agli spettatori il senso completo della complessità della cultura, non solo russa. Il film narra di un pittore leggendario, le cui opere possono paragonarsi al nostro Michelangelo. Lo scoprire Rubljov é stata per tutti esperienza profonda e indimenticabile, capace di rivelare in pieno il senso di tutta la manifestazione.
Hanno contribuito a questa un fine musicista come Igino Maggiotto, che ha accompagnato dal vivo il film di Aleksandr Medvedkin, Sergio Pescatori, prezioso commentatore dei film e della cultura russa, Daniela Bonomi, Iryna Shmatco, Simone Rizzi instancabili organizzatori delle serate, Silvio Castagna, del Cineclub Verona, Miron Feofanov che ha sorretto la parte enogastronomica curata dall’ Hostaria la Vecchia Fontanina e dall’Azienda Vini Allegrini, e naturalmente un grazie sincero va al CTG Verona che ogni sera ci ha permesso di presentare i film in una calda e accogliente atmosfera, bella anche da vedere. La Cultura accoglie la Cultura, le Arti si fanno onore.
Ugo Brusaporco, ideatore e curatore della rassegna